
L’ambiente sta cambiando
L’anno 2024 ha portato sfide ai rivenditori britannici sotto forma di quote di mercato in calo, costi di spedizione più elevati e crescente interesse per lo shopping fisico. Nonostante questi ostacoli, la fine delle vendite online non è in vista. Le aziende stanno certamente risentendo dell’aumento dei costi della logistica e della pubblicità online, ma c’è ancora spazio per esplorare nuove strategie di marketing per l’e-commerce.
“È anche improbabile che i grandi negozi fisici, che hanno investito nel rafforzamento delle loro capacità online durante la pandemia, cambino i loro impegni. Questo scenario attuale presenta sia sfide che opportunità per i piccoli e medi rivenditori”, afferma il rapporto di Capterra.
Il percorso verso l’acquisto
I consumatori iniziano il loro percorso di e-commerce e di shopping online attraverso vari canali, principalmente motori di ricerca e siti web di rivenditori. Si parla sempre più spesso del calo delle ricerche attraverso i canali web tradizionali e la differenza di approccio tra Gen Z e Baby Boomers è impressionante.
L’indagine condotta nel Regno Unito ha mostrato che il 75% dei consumatori inizia la propria ricerca online nei motori di ricerca, mentre il 55% utilizza i siti web o le app dei singoli rivenditori. Tuttavia, quando si tratta di finalizzare un acquisto, il 71% dei consumatori preferisce i siti web o le app dei rivenditori, seguiti dai marketplace (49%) e dai siti web dei grandi magazzini (43%). Questo dimostra anche l’importanza di avere una presenza sui social media e la capacità di ottimizzare la visibilità nei motori di ricerca.

Source: Capterra
L’impatto dei social media sullo shopping online
Nonostante il loro potenziale, i social media svolgono un ruolo secondario nello shopping online. Sebbene il 20% dei consumatori intervistati inizi la ricerca di prodotti sui social network, solo il 7% completa l’acquisto lì. Il 31% dei consumatori si aspetta che la spesa per i social media aumenti nel prossimo anno.
Per coloro che utilizzano i social media nei loro percorsi di acquisto, le piattaforme principali sono Instagram (69%), Facebook (54%) e TikTok (50%). I consumatori utilizzano i social media principalmente per cercare prodotti (73%), scoprire sconti (61%) e nuovi marchi (58%), con il 46% alla ricerca di marchi piccoli o locali. È interessante notare che solo il 23% inizia a cercare sui social media per comunicare con i marchi e il 33% preferisce non comunicare affatto con i marchi su queste piattaforme.

Source: Capterra
I consumatori utilizzano più dispositivi per lo shopping online, con gli smartphone (47%) che superano leggermente i laptop e i computer desktop (46%). Ciò conferma che le aziende devono pensare a ottimizzare i propri siti e app per vari dispositivi, in particolare i telefoni.
Anche i metodi di pagamento svolgono un ruolo cruciale nella soddisfazione dei consumatori. I metodi preferiti includono carte di credito o di debito (92%), portafogli digitali (37%), servizi BNPL (18%) e carte regalo (15%).
Cosa influenza gli acquisti
L’inflazione e le situazioni finanziarie instabili si riflettono anche nel Regno Unito. In tempi di crisi del costo della vita, i prezzi bassi e gli sconti diventano i principali fattori decisivi per decidere se effettuare o meno un acquisto. Anche le recensioni degli utenti e la fiducia nel marchio influenzano in modo significativo le decisioni dei consumatori. Costruire una reputazione e guadagnare la fiducia dei clienti non è facile, ma può essere raggiunto attraverso una chiara identità del marchio, il monitoraggio della reputazione, la gestione della community, la garanzia della protezione dei dati e la fornitura di pagamenti online sicuri.

Source: Capterra
Come affermato nel rapporto: “Con l’83% dei consumatori intervistati che partecipa a programmi di fidelizzazione nei negozi di alimentari e il 33% nei negozi di cosmetici e prodotti per la cura della persona, questo concetto non è inutile per i consumatori e le aziende che non offrono questi programmi potrebbero perdere l’occasione di rafforzare la propria base di clienti. Non sorprende quindi che i negozi di alimentari (63%) e i negozi di cosmetici e prodotti per la cura della persona (43%) siano state anche le due categorie in cui i consumatori intervistati tendevano a fare acquisti con lo stesso marchio invece di esplorare marchi diversi. Nonostante i programmi di fidelizzazione siano sottoutilizzati in molti settori, possono essere vantaggiosi per le aziende”.