
L’indagineWunderKIND Ads è stata condotta su un campione di 1.000 clienti attivi a livello digitale. Secondo i risultati, fino al 70% degli intervistati ritiene che gli inserzionisti non rispettino la loro esperienza digitale e un altro 95% ha dichiarato che la percezione dei contenuti è interrotta dagli annunci. Nove acquirenti su dieci (92%) ritengono che gli annunci pubblicitari stiano diventando sempre più invadenti, e fino al 91% degli acquirenti non acquista nemmeno da un marchio i cui annunci sono considerati distraenti. Più di due terzi (68%) dei consumatori che hanno partecipato al sondaggio di Wunderkind sarebbero più propensi a coinvolgere un annuncio se fossero completamente disimpegnati dal contenuto. Il 60%, invece, preferirebbe vedere gli annunci solo dopo aver terminato il coinvolgimento con i contenuti del sito web.
L’ad blocking è il nuovo standard?
Lo studio successivo di Bulbshare si è concentrato sulla Generazione Z. Lo studio riporta che la pubblicità invasiva costringe il 99% dei consumatori di questa fascia demografica a saltare frequentemente gli annunci, mentre quasi due terzi (63%) degli acquirenti online utilizzano il blocco degli annunci per evitarli del tutto. Non si tratta solo di una peggiore esperienza del cliente. I consumatori sono talmente infastiditi da interrompere la ricerca e l’acquisto. Inoltre, i blocchi degli annunci causano tassi di coinvolgimento e di conversione più bassi, limitando l’efficacia degli annunci e riducendo in modo significativo il ROI del marketing e il ritorno sulla spesa pubblicitaria.
L’indagine si rivolge anche ai marketer
Wunderkind ha preso in considerazione anche i dirigenti del marketing. L’indagine è stata condotta su un campione di cento CMO del 2023. Secondo il rapporto, il 50% degli intervistati ritiene che la pubblicità digitale non aumenti la fedeltà al marchio e il 44% ha dichiarato che la loro pubblicità online non genera abbastanza vendite. Amy Pearce, responsabile della pubblicità di Wunderkind International, ha riassunto:
“La pubblicità è spesso percepita in modo negativo. Ma la verità è che quando gli annunci vengono mostrati al momento giusto, all’utente giusto, nel modo giusto – e spesso più organico – i consumatori sono felici e disposti a impegnarsi in modo significativo. Proprio come i rivenditori e i marchi si stanno concentrando sulla personalizzazione dell’esperienza di acquisto, i brand devono considerare come e quando la pubblicità è meglio servita ai consumatori per creare esperienze pubblicitarie incentrate sull’utente che spingano il coinvolgimento e le conversioni a generare ROI”.