
La Commissione ha concluso in via preliminare che questa scelta “binaria” presentata agli utenti non è conforme alla legge sui mercati digitali (DMA). Secondo il DMA, gli utenti che non danno il consenso dovrebbero comunque avere accesso a un servizio equivalente che utilizza meno dei loro dati personali per la pubblicità personalizzata.
Tuttavia, Meta sostiene che il loro modello è conforme alle normative dell’UE. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che il loro abbonamento senza pubblicità segue le indicazioni della più alta corte europea ed è conforme al DMA.
Se l’UE stabilisse che Meta non ha rispettato le sue regole, l’azienda potrebbe dover affrontare una potenziale multa fino al 10% delle sue entrate globali.
Questo sviluppo arriva poco dopo che le autorità di regolamentazione dell’UE hanno accusato Apple di aver violato le stesse leggi relative al suo App Store, segnando il primo caso in cui un’azienda è stata trovata in violazione del DMA.
La situazione evidenzia la rapida applicazione della legge sui mercati digitali, un’aggiunta relativamente nuova al quadro normativo digitale dell’UE. Gli esperti del settore osservano che permangono molte domande sull’attuazione e sulle intersezioni del pacchetto di strumenti di regolamentazione digitale ampliato dell’UE.

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Poiché l’applicazione procede rapidamente e di conseguenza, il tempo per affrontare pienamente queste domande è limitato. Questo caso sottolinea la natura in evoluzione della regolamentazione digitale nell’UE e le sfide che le aziende tecnologiche devono affrontare per adattarsi ai nuovi requisiti giuridici.
La Commissione europea ha intensificato la sua supervisione su Meta, che, insieme ad altri giganti della tecnologia, è stata designata come “gatekeeper” in base alle nuove regole dell’UE. Questi regolamenti mirano a mantenere condizioni eque e competitività sulle piattaforme digitali.
L’indagine della Commissione, avviata alla fine di marzo, cerca di garantire che i concorrenti possano competere nel mercato della pubblicità digitale “dove gatekeeper come Meta hanno accumulato dati personali di milioni di cittadini dell’UE per molti anni”, secondo Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione e responsabile della politica di concorrenza.
Questa indagine mira a concludersi entro i prossimi 12 mesi e fa parte del più ampio sforzo per attuare il Digital Markets Act, che impone obblighi più severi alle principali aziende tecnologiche designate come gatekeeper.
Il caso evidenzia la tensione in corso tra i modelli di business delle imprese tecnologiche e gli sforzi dell’UE per proteggere la privacy degli utenti e mantenere una concorrenza leale nel mercato digitale.