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La generazione Z è più aperta agli influencer AI, ma si preoccupa meno dell’autenticità

Sta succedendo qualcosa di grosso nell'influencer marketing. Mentre i marchi sperimentano personalità generate dall'intelligenza artificiale, la maggior parte delle persone non si fida ancora di loro. La svolta? L'autenticità potrebbe non essere così importante come tutti pensano.

Katarína Šimčíková Katarína Šimčíková
Project manager, Ecommerce Bridge EU
Questo articolo è stato tradotto per voi dall intelligenza artificiale
La generazione Z è più aperta agli influencer AI, ma si preoccupa meno dell’autenticità
Fonte: Canva Pro License

I problemi di fiducia sono reali

Sprout Social ha chiesto a 2.000 persone cosa pensano degli influencer AI. I risultati sono piuttosto eloquenti. Il 37% si sentirebbe diffidente nei confronti dei marchi che utilizzano personalità artificiali. Un altro 27% non saprebbe nemmeno distinguere tra influencer AI e umani. Solo il 37% ha mostrato interesse per i marchi che collaborano con creatori di IA. Lagenerazione Z è in testa con il 46%, ma è comunque meno della metà. Anche i nativi digitali non si affrettano ad abbracciare gli influencer artificiali. I marchi che si lanciano in collaborazioni con l’intelligenza artificiale potrebbero muoversi più velocemente di quanto il loro pubblico desideri.

Chart displaying consumer reactions to AI influencers: 37% more interested, 37% distrustful, 27% indifferent and unable to distinguish AI from human.

Source: sproutsocial.com

Il problema dell’autenticità che non c’è

Ecco dove le cose si fanno strane. La stessa generazione più aperta agli influencer AI è quella che meno si preoccupa dell’autenticità. Solo il 35% della generazione Z valuta quanto sia “reale” un influencer. Confrontate questo dato con quello di circa la metà delle generazioni più anziane che pensano ancora che l’autenticità sia importante.

“L’autenticità è sopravvalutata”, dice Melo Meacher-Jones di Accenture Song. “Seguiamo gli influencer non perché crediamo che siano autentici, ma perché ci intrattengono o ci interessano”.

Secondo il rapporto,

pensateci. I brand si preoccupano che gli influencer dell’AI manchino di autenticità. Ma i consumatori più giovani, quelli che si impegnano effettivamente con questi contenuti, non danno comunque priorità all’autenticità.

Capiscono il lato commerciale

Il pubblico più giovane è cresciuto con post sponsorizzati ovunque. Capiscono che l’influencer marketing è una transazione commerciale, non un’amicizia. Non vogliono l’autenticità. Vogliono vedere come i prodotti funzionano e si adattano alla vita reale. LaGen Z e i Millennial comprano prodotti basandosi sulle raccomandazioni degli influencer molto più di quanto facciano i più anziani. Non cercano connessioni autentiche. Vogliono dimostrazioni di prodotti divertenti che li aiutino effettivamente a decidere cosa comprare.

Andare oltre Instagram

Il futuro dell’influencer marketing va ben oltre i post sui social media. L ‘80% dei consumatori sarebbe più disposto ad acquistare da marchi che collaborano con influencer in altri progetti. Stiamo parlando di eventi di persona, viaggi di marca e campagne pubblicitarie multicanale. Gli influencer stanno praticamente diventando i nuovi attori. Con il mutare della cultura delle celebrità, stanno scivolando nei ruoli di testimonial che un tempo appartenevano alle star tradizionali.

Bar chart showing 80% of consumers willing to buy from brands partnering with influencers beyond social media: 22% strongly agree, 58% somewhat agree, 17% somewhat disagree, 3% strongly disagree.

Source: sproutsocial.com

IA e umani coesisteranno

Nonostante l’esitazione dei consumatori, gli influencer AI non scompariranno. Gli esperti del settore pensano che affiancheranno i creatori umani piuttosto che sostituirli completamente. Alcuni vedono il potenziale per migliorare le partnership con i marchi, dal momento che le personalità dell’IA possono essere completamente controllate e allineate con i valori del marchio.

“Sarei sicuramente interessata a consumare una pubblicità di un marchio sapendo che utilizza IA o influencer virtuali”, osserva Georgina Whalen di The Influence Atelier nel rapporto. “Mi permette di concentrarmi esclusivamente sul marchio e sulla sua creatività generata, piuttosto che sul marchio e su un soggetto esterno”.

Cosa dovrebbero fare i brand in realtà

La ricerca suggerisce cautela. La tecnologia potrebbe consentire l’utilizzo di influencer AI, ma l’accettazione da parte dei consumatori non è ancora arrivata. Invece di precipitarsi verso le personalità artificiali, i marchi intelligenti dovrebbero concentrarsi su ciò che effettivamente determina il coinvolgimento:

  • valore di intrattenimento
  • dimostrazioni di prodotti utili
  • esperienze su più canali

I dati mettono in discussione anche tutto ciò che pensavamo di sapere sull’autenticità. I brand ossessionati dalle partnership “autentiche” potrebbero risolvere il problema sbagliato. Soprattutto per il pubblico più giovane, che già comprende e accetta la natura commerciale dei contenuti degli influencer.

Tre tendenze che plasmano il futuro

  1. L’integrazione della tecnologia avverrà lentamente. Gli influencer AI integreranno i creatori umani, non li sostituiranno del tutto.
  2. Le preoccupazioni relative all’autenticità svaniranno man mano che il pubblico si sentirà a proprio agio con contenuti palesemente artificiali, a patto che siano divertenti e utili.
  3. L’espansione dei canali al di là dei social media diventa standard. Gli influencer assumono ruoli di portavoce più ampi su più punti di contatto.

In conclusione

L’influencer marketing è ancora piuttosto nuovo. Il successo deriva dalla comprensione di ciò che il pubblico desidera effettivamente: intrattenimento e informazioni utili sui prodotti. I marchi che capiranno questo cambiamento e si adatteranno vinceranno la prossima fase dell’influencer marketing. Sia che si tratti di creatori umani, di personalità dell’intelligenza artificiale o di un approccio ibrido che combina entrambi.

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Katarína Šimčíková
Project manager, Ecommerce Bridge EU

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