
Cosa ha rivelato l’indagine?
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I risultati di questo monitoraggio indicano chiaramente la necessità di una maggiore vigilanza nel settore dei beni di seconda mano”, ha dichiarato la Commissione europea nel suo rapporto.
L’indagine, professionalmente definita “a tappeto”, ha incluso un’ analisi approfondita di 356 commercianti online, con potenziali violazioni della legislazione europea identificate in 185 di essi.
Violazioni chiave per le aziende di e-commerce
Questi risultati sono particolarmente rilevanti per l’intero settore europeo dell’e-commerce, in quanto rivelano le aree più comuni di violazione dei diritti dei consumatori:
- il 40% dei venditori non ha informato correttamente i clienti sul loro diritto di recedere dal contratto entro 14 giorni, senza fornire una motivazione
- Il 45% dei negozi non ha fornito informazioni chiare sulla procedura di restituzione dei prodotti difettosi.
- Fino al 57% degli e-shop non ha rispettato l’obbligo di fornire una garanzia minima di un anno anche sui prodotti di seconda mano.
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Queste cifre sono un monito per tutti i venditori, soprattutto nel segmento dell’usato in rapida crescita”, commenta un esperto di diritti dei consumatori.
Indicazioni ambientali sotto esame
Le dichiarazioni ambientali si sono rivelate un’area particolarmente problematica. Dei venditori che hanno utilizzato dichiarazioni ambientali (34% del totale):
- il 20% non ha fornito sufficienti elementi di prova perle proprie affermazioni “ecologiche
- Il 28% ha fornito informazioni false o fuorvianti sui benefici ambientali.
Questi risultati arrivano in un momento in cui l’UE sta preparando una nuova direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che chiarirà le regole per le dichiarazioni ambientali.
Cosa significa per l’e-commerce europeo
Per i venditori europei di beni di seconda mano, l’annuncio è un chiaro segnale che le autorità nazionali probabilmente rafforzeranno i controlli in tutto il mercato.
La Commissione europea ha dichiarato che “le autorità dei consumatori decideranno ora in merito a ulteriori azioni contro i 185 commercianti identificati” e richiederanno la rettifica delle carenze individuate.
L’indagine ha riguardato un’ampia gamma di settori:
- abbigliamento usato
- elettronica
- giocattoli
- libri
- mobili
- auto
- attrezzature sportive
- articoli per il giardinaggio
I Paesi partecipanti sono stati:🌍 Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria, oltre a Islanda e Norvegia.
Raccomandazioni per gli e-shop dell’UE
Sulla base dei risultati della CE, gli e-shop europei dovrebbero concentrare la loro attenzione in particolare su:
- informare chiaramente sul diritto di restituire la merce entro 14 giorni
- Informare correttamente sulla garanzia legale anche per i prodotti di seconda mano (minimo 1 anno).
- fornire una prova esauriente di tutte le affermazioni di carattere ambientale
- Mostrare in modo trasparente i prezzi totali comprensivi di tutte le spese
Questo articolo si basa sui risultati ufficiali dell’indagine “a tappeto” pubblicati dalla Commissione Europea il 7 marzo 2025. Per il rapporto completo, visitare il sito ufficiale della Commissione Europea.